Palazzo Comunale riacquista il suo splendore: il restauro degli archi si avvia verso la conclusione
Il volto della più importante piazza della città, vanto di noi abitanti, sta tornando al suo più autentico splendore: procedono verso la conclusione i lavori di consolidamento delle strutture murarie affacciate su Piazza del Comune con un intervento da oltre 420mila euro per mettere in sicurezza una delle più celebri e peculiari architetture cremonesi.
Termine ultimo dei lavori di restauro e consolidamento delle arcate del Palazzo Comunale sarà infatti la metà di luglio di quest’anno secondo quanto confermato dal sindaco Andrea Virgilio e dall’assessore alle Opere Pubbliche Paolo Carletti dopo un sopralluogo al cantiere, accompagnati dai tecnici e rappresentanti degli enti coinvolti nel progetto.
L’assessore ha fatto notare come l’intervento sia partito da un “piccolo distacco” e ora si sia trasformato in una delle “grandi opere cittadine volte a far rivivere il Palazzo Comunale attraverso le epoche storiche”
Nella giornata odierna, sotto le suggestive volte tanto care ai cittadini e rigorosamente all’ombra del Torrazzo si sono ritrovate le autorità cittadine (e non solo) per illustrare quanto finora svolto per preservare il patrimonio architettonico che ha fatto della nostra piazza una delle più ammirate del Nord Italia.
Presenti Giovanni Donadio, dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune, Marta Bodini, responsabile unica del procedimento, la funzionaria Laura Balboni e l’archeologa Nicoletta Cecchini della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, insieme al progettista e direttore dei lavori Massimo Mazzoleni e a Eros Zanotti per l’impresa Magistri Restauro.
L’intervento si è reso necessario per le gravi condizioni in cui versavano le strutture murarie storiche dell’edificio, risalenti al XIII secolo e modificate nel 1839 su progetto dell’architetto Luigi Voghera, con l’apertura degli ampi archi prospicienti la piazza. Attraverso gli studi diagnostici analizzati da Mazzolini sono tuttavia stati rilevati “valori allarmanti causati dall’apertura di pareti che hanno destabilizzato enormemente la struttura. La fase intermedia in cui i lavori si trovano - prosegue - è piuttosto complessa” ma il restauro giungerà a una svolta importante la settimana prossima.
Il progetto ha seguito una strategia duplice: da un lato il ripristino delle murature ormai deteriorate, dall’altro l’introduzione di nuove centine metalliche, approvate dalla Soprintendenza, per sostenere e alleggerire gli archi, sottoposti nel tempo a forti pressioni e deformazioni attraverso l’impiego di una tecnica piuttosto recente che, come ha sottolineato Zanotti, miri a “ricucire” la struttura preservandone le attuali sembianze. Il dissesto aveva in realtà reso necessaria l’installazione di strutture provvisorie in metallo per evitare cedimenti e garantire la sicurezza dell’area.
Nel corso dei lavori sono anche riemersi affreschi parietali sulla facciata visibile dalla piazza, già restaurati, ora pienamente visibili e raffiguranti momenti storici significativi della nostra città (da notare il Leone di San Marco, simbolo della dominazione veneziana). Infine Cecchini ha fatto quindi notare quanto “conoscenza e cantiere” compenetrino il loro significato e quanto questo parole siano indispensabili l’una all’altra al fine di restituire la “massima conservazione” nel rispetto della storia del monumento. Durante l'intervento strutturale sulle murature degli archi, è stato possibile constatare lo stato di diffuso degrado in cui versavano gli affreschi situati tra gli archi e raffiguranti sia soggetti religiosi, sia simboli politici e civili. Si è così esteso l'intervento anche al restauro di questi lacerti di affresco, effettuando innanzitutto una delicata pulitura a secco seguita da pulitura con impacchi di soluzioni detergenti a base acquosa, che hanno permesso di recuperare i colori originali di questi dipinti. Anche in questo caso è stato necessario un consolidamento dei distacchi degli intonaci dalla muratura, svolto tramite iniezioni di malte apposite, seguito da stuccatura con malte a base di calce naturale e infine dall'equilibratura cromatica mediante acquarelli, che ha restituito unità di lettura a questi pregiati dipinti. Sono così tornati alla luce le raffigurazioni, nelle lunette dei tre archi sotto il portico, verso la piazza, a partire da sinistra, dell'Angelo annunciante, l'Allegoria della Giustizia e l'Annunciazione, caratterizzate da una rara raffinatezza, nonché il Leone di San Marco, a testimonianza dell'occupazione veneziana di Cremona tra il 1499 al 1509, anno in cui il re di Francia Luigi XII liberò la città, come dimostra lo stemma con i tre gigli, emblema araldico della monarchia francese, presente nella Sala degli Alabardieri.
Il sindaco Virgilio ha chiuso ringraziando e manifestando entusiasmo per il lavori “tempo è sinonimo di qualità, anche se noi amministratori spesso facciamo pressioni affinché tutte si faccia in fretta”, scherza. Ha infine augurato che questo tipo di opere prosegua su tutto il territorio cittadino affinché il degrado dei monumenti (piaga ancora molto presente in città e nel territorio) e dei luoghi di interesse vada scomparendo.
La popolazione cremonese e i turisti potranno a breve godere nuovi dettagli che il tempo ha reso difficilmente intelligibili, il volto della piazza tornerà a mostrare il fascino che ha attraversato innumerevoli epoche storiche e che la città e chi la amministra è ora chiamata a preservare.
Il servizio fotografico è di Vanessa Maianti
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