Fine settimana con lo spettacolo dei "Sottocanna" e dei "micromotori" del Cavec
Come ogni anno, all'inizio dell'estate, il C.A.V.E.C. propone un appuntamento dedicato alla “lentezza” a motore. Ed affianca alla tradizionale rassegna dedicata alle “sottocanna” (in programma domenica) una giornata (sabato) in cui i protagonisti assoluti sono i “micromotori”. Se le motociclette con il serbatoio sotto il tubo del telaio hanno segnato il passaggio dalla trazione animale a quella meccanizzata i secondi hanno accompagnato, all'ultimo dopoguerra, la diffusione dei veicoli con motore a scoppio, e soprattutto li hanno resi disponibili su larga scala. Entrambi dunque, si caratterizzano per segnare un'accelerazione, una fuga in avanti, verso il futuro: tanto le sottocanna quanto i motori applicati alle biciclette portarono, pur con il loro movimento slow, l'Italia verso un rapido salto nella modernità.
Il programma del C.A.V.E.C. rilegge il programma delle ultime edizioni, con i giri alla pista ciclabile alle Colonie Padane, con una escursione in centro storico. Una bella occasione tanto per i centauri, che potranno lasciarsi affascinare dalla bellezza della città, quanto per la comunità locale, che incontrerà mezzi entrati nella storia del costume e dell'evoluzione sociale.
Si inizia sabato, appunto, con i “micromotori”, propulsori che trasmettono il movimento attraverso un rullo che striscia sul copertone della ruota. Concluse le verifiche i motocicli arriveranno nel cuore di Cremona. Sosteranno in centro, prima di tornare al parco al Po, dove sono in programma giri liberi (fino alle 18,30) della pista che richiama, nel tracciato, la pista di Monza. Una trentina gli iscritti con i “Velosolex”, i “Mosquito” della Garelli e gli “Aquilotto” della Bianchi (come suggerisce già il nome), fino al meno noto “Alpino”.
Domenica mattina, invece, con le “Sottocanna” si torna all’inizio del Novecento, anche grazie a centauri che arriveranno in abiti che seguono la moda della bella epoque. Una ventina i mezzi attesi. L’esemplare più anziano e forse più curioso è un triciclo “Singer” del 1901, quello più recente (ma resta un concetto relativo), una Ariel del '29. I marchi sono, per lo più, scomparsi. Ma questo dona a loro ulteriore fascino. L’appuntamento è, sin dalla prima mattina, per le registrazioni dei partecipanti. Poi, alle 10, si accenderanno i motori con giri in pista fino ad inizio pomeriggio, prima delle premiazioni. Una rievocazione unica nel suo genere, capace di richiamare, ogni anno, appassionati provenienti da ogni parte d’Italia. Quello che prende forma sulle sponde del parco naturalistico è un concorso dinamico di motociclette degne di un museo, dal momento che si tratta di veicoli che, nella stragrande maggioranza, hanno almeno un secolo di vita. “Reperti” tecnologici che, solitamente, si vedono solo nelle esposizioni statiche ma che qui, invece, sono ancora perfettamente funzionanti. E che riescono a dar vita ad una vera e propria esperienza narrativa che porta i visitatori indietro nel tempo, fino all’inizio del secolo scorso. Uno spettacolo davvero unico non solo per gli appassionati di motori ma da chiunque voglia lasciarsi coinvolgere in questo “viaggio a ritroso nel tempo”.
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