8 giugno 2025

Alla ricerca dei quadri che erano nella chiesa abbattuta di San Domenico, a Como spuntano un Bernardino Campi e un Giulio Calvi detto il Coronaro

Ricostruire tutte le opere disperse della demolita chiesa di San Domenico, è sempre un bel problema. Ultimamente mi sono interessato a due tele scomparse dalla chiesa, presumibilmente nella metà del 1600, e giunte a Como nel convento domenicano di San Giovanni in Pedemonte. Si tratta della “Madonna di Loreto” di Bernardino Campi ed aiuti e della tela di “San Guglielmo e  San Lorenzo” di Giulio Calvi detto Il Coronaro. La “Madonna di Loreto” databile al 1572, rappresentava la Madonna sulla Santa Casa di Loreto e ai piedi i Santi Domenico, Pio V e San Pietro Martire. Successivamente ( orse verso il 1665)  la figura di San Domenico venne modificata grossolanamente con l’aggiunta della tiara, del pallio e al posto del giglio, il pastorale: i domenicani volevano ricordare il loro confratello Antonino Pierozzi, arcivescovo di Firenze, proclamato santo nel 1523 da Papa Adriano VI.

Con i cambiamenti avvenuti nella chiesa cremonese nel 1600, la tela venne spostata nel convento e successivamente, non si sa se durante la permanenza nel convento cremonese o quando giunse all’altro convento di San Giovanni in Pedemonte, anche il papa Pio V venne trasformato in un donatore. La tela restaurata nel 1803 dal comasco Giovanni Maria Paleari, riporta la firma e la data Bernardino Campi 1572; molto probabilmente il restauratore ha ripreso sia la firma che la data.

L’altra tela, quella di San Guglielmo e San Lorenzo eseguito da Giulio Calvi detto Il Coronaro venne dipinta  nel 1590 e collocata sulla parete del transetto di sinistra. Successivamente la tela venne sostituita in quella posizione dall’Adorazione dei Pastori di Bernardino Campi e trasferita sul sesto altare di sinistra, dietro l’organo, finché nel 1623 i Domenicani incaricarono Stefano Lambri di copiare la tela del Calvi sostituendo il San Lorenzo con San Ludovico Bertrandi, appena elevato alla santità.

Il quadro del Calvi fu spostato nel dormitorio superiore del convento e vi rimase fino al suo trasferimento a Como.

Quando venne demolita la chiesa di San Domenico, le opere d’arte passarono di proprietà del Comune e formarono un nucleo speciale della Pinacoteca Civica. La tela di Stefano Lambri fu data in deposito alla parrocchia dell’Ospedale Maggiore.

San Guglielmo d’Aquitania venne onorato dai domenicani per ricordare la prima sede del convento a Cremona, nel quartiere dei tintori appena fuori le mura cittadine, avvenuta nel 1220. Avevano occupato un convento benedettino preesistente  e qui nel 1221 avvenne l’incontro tra San Domenico e San Francesco. I due santi si riunirono in preghiera davanti al pozzo in quanto, essendo l’acqua inquinata, procurava malattie ai confratelli. Dopo la loro preghiera il pozzo fu risanato. Di questo pozzo si persero le tracce quando Cabrino Fondulo fece abbattere la chiesa di San Guglielmo; nella seconda metà del 1728 venne scoperto l’antico pozzo e vi venne costruito una cappelletta ed affidata ad un eremita, ma, a seguito di atti di violenza contro questo eremita, le autorità cittadine decisero nel 1794 di demolire la cappelletta e del pozzo si sono perse le tracce. Nel   1284 i frati predicatori iniziarono la costruzione del nuovo convento e chiesa all’interno delle mura cittadini dove ora c’è Piazza Roma. 

A Como, il convento di San Giovanni in Pedemonte viene secolarizzato nel 1810 da Napoleone e distrutto nel 1814. Le due tele vennero acquistate da G.B.Bonola  il cui nome compariva sul vecchio telaio della Madonna di Loreto ("Di ragione e proprietà di Gio. Batt. Bonola qm Pietro 1818") Successivamente passò alla fabbriceria di S. Agostino che cedette al Museo Civico la tela di Bernardino Campi in cambio di un dipinto con la Madonna col Bambino e i SS. Francesco, Rocco e Sebastiano di Simone Peterzano. Il passaggio di proprietà, stabilito nel 1896, divenne definitivo nel 1903. L’altra tela di Giulio Calvi figura ancora oggi ad un altare in S.Agostino a Como.

Nelle foto i quadri rintracciati a Como (uno al Museo, l'altro in Sant'Agostino sempre a Como), poi la tela di Stefano Lambri oggi nella chiesa dell'Ospedale Maggiore di Cremona

 

Luigi Silla


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