11 maggio 2025

Cremona provincia di grandi lavoratori, all' 11° posto in Italia nella classifica degli stacanovisti (260,5 media giornate retribuite) ma per la retribuzione media scendiamo al 21° posto

Al Nord si lavora in media 255 giorni all’anno, al Sud appena 228. In altre parole, gli occupati del Nord ogni 12 mesi timbrano il cartellino 27 giorni in più rispetto ai colleghi del Sud. E come si spiega questa differenza? Non certo perché al Nord impiegati e operai siano degli instancabili eroi, mentre al Sud ci sia una diffusa presenza di  “scansafatiche” che evitano uffici e fabbriche. Assolutamente no, la chiave di lettura non può essere fondata su questi luoghi comuni. Secondo l’analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA, invece, al Sud si lavora meno per almeno due ragioni strettamente correlate. La prima. E’ dovuta a un’economia sommersa molto diffusa, che nelle regioni meridionali ha una dimensione non riscontrabile nel resto del Paese che, statisticamente, non consente di conteggiare le ore lavorate irregolarmente. La seconda è imputabile a un mercato del lavoro che nel Mezzogiorno è caratterizzato da tanta precarietà, da una diffusa presenza di part time involontario, soprattutto nei servizi, da tanti stagionali occupati nel settore ricettivo e dell’agricoltura che abbassano di molto la media delle ore lavorate.

Gli stacanovisti sono a Lecco, Biella e Vicenza. Cremona 11esima con 260,5 giorni

Gli operai e gli impiegati con il maggior numero medio di giornate lavorate durante il 2023 sono stati quelli occupati nella provincia di Lecco (264,9 giorni). Seguono i dipendenti privati di Biella (264,3), Vicenza (263,5), Lodi, (263,3), Padova (263,1), Monza-Brianza (263), Treviso (262,7) e Bergamo (262,6). Buon piazzamento anche per Cremona, che raggiunge la 11esima posizione con 260,5. Le province, infine, dove i lavoratori sono stati “meno” in ufficio o in fabbrica durante il 2023 sono quelli di Foggia (213,5 giorni), Trapani (213,3), Rimini (212,5), Nuoro (205,2) e Vibo Valentia (193,3). La media italiana è stata pari a 246,1 giorni.

Dove si lavora di più, le retribuzioni sono più alte. Però Cremona è 21esima con 95 euro di retribuzione media giornaliera

Ovviamente, nelle aree geografiche del Paese dove le ore lavorate sono più elevate, anche la produttività è maggiore e conseguentemente gli stipendi e i salari sono più pesanti. Se, come riporta la CGIA, al Nord la retribuzione media giornaliera nel 2023 era di 104 euro lordi, al Sud si è fermata a 77 euro (pari a un differenziale del 35 per cento). Cremona in questa particolare classifica scende di dieci posizioni e si piazza al 21esimo posto con 95 euro e una retribuzione media annua di 24.743 euro, dunque i lavoratori cremonesi, secondo l’indagine, non sono premiati da una retribuzione media che vada di pari passo. Per quanto concerne la produttività, invece, al Nord era superiore del 34 per cento rispetto a quella presente nel Sud. Va segnalato che le differenze salariali presenti in Italia nel settore privato sono un problema che ci trasciniamo almeno dagli inizi del secolo scorso. Purtroppo, in questi ultimi decenni il gap è sicuramente aumentato, perché le multinazionali, le utilities, le imprese medio-grandi, le società finanziarie/assicurative/bancarie che – tendenzialmente riconoscono ai propri dipendenti stipendi molto più elevati della media – sono ubicate prevalentemente nelle aree metropolitane del Nord. Non solo. Va evidenziato che queste realtà dispongono di una quota di personale con qualifiche apicali sul totale occupati molto alta (manager, dirigenti, quadri, tecnici, etc.), addetti che per contratto vanno corrisposti stipendi importanti.


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