Altra asta per il Politeama il prossimo giugno: base 121.500 euro. Purtroppo continua l'indifferenza della città
Il prezzo è crollato. Si tenta una nuova vendita del teatro Politeama Verdi di via Cesare Battisti. In questi giorni è stato pubblicato un nuovo bando di vendita con scadenza il 3 giugno e asta il 5 dello stesso mese. Il prezzo a base d'asta è di 121.500 euro. Qualche timida richiesta di informazioni è arrivata allo studio Valcarenghi e Donida di Crema ma niente di concreto. Se l'asta andrà deserta, il prossimo autunno il prezzo base potrebbe scendere a 91mila euro. Questo pezzo di storia cremonese, purtroppo davvero sfortunato dopo la sua sfavillante vita artistica, con le maggiori compagnie che lo avevano preferito, per un certo periodo, addirittura al teatro Ponchielli. Certo il teatro Politeama non è più quello di un tempo. Eppure i cremonesi hanno sempre sognato la presenza di un teatro popolare che facesse concorrenza al Ponchielli. La mattina del 9 dicembre 1896, un enorme incendio divorò il teatro Ricci, il teatro popolare di Cremona costruito interamente in legno. Un rogo enorme ed impressionante. La città non poteva stare senza un teatro popolare che facesse concorrenza al teatro Concordia, poi diventato Ponchielli. I cremonesi diedero così vita ad una società con alla testa Ettore Sacchi e subito ricostruirono un nuovo teatro al posto del vecchio Ricci. Nacque così in pochi mesi il magnifico teatro Politeama tra via Cesare Battisti e via Arisi, a venti metri da corso Campi. Un gioiello fatto di stucchi, palchetti e pitture, uno scrigno disegnato dall'architetto Sfondrini, uno specialista del settore che aveva già realizzato lo Storchi di Modena. Questa era la Cremona dell'Ottocento quando l'arte, la cultura, il buongusto lo spettacolo erano di casa in città. L'esordio avvenne con la Boheme di Puccini, quasi una prima nazionale. Altri tempi, altri uomini, altra cultura. Il Politeama può anche crollare che nessuno a Cremona muoverà un dito nonostante ci siano già due progetti pronti: uno dell'architetto Carboni per riportarlo a sala-teatro, l'altro dell'architetto Palù per farne un centro di documentazione musicale da affiancare al Museo del Violino.
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commenti
marco
21 maggio 2025 08:55
Niente parcheggi, costo risanamento manutenzione e mantenimento elevati e il Comune è già esposto con altri progetti milionari.
Cosa facciamo, aumentiamo le tasse comunali per acquistarlo e mantenerlo e lo riempiamo di altri dipendenti?
Abbiamo già il Ponchielli.
È un rudere che nessuno vuole oppure mantenere.
E i privati ne stanno giustamente alla larga .
Michelangelo
21 maggio 2025 09:10
Carissimo, forse lei al Politeama non è mai entrato io, sì. Ci vada se riesce e cambierà idea. Ma se l'ex teatro è in quelle condizioni è anche colpa delle Amministrazione precedenti. Il Comune è già esposto con altri progetti milionari? Certo (molti anche con i quattrini del PNRR) ma c'è addirittura un fondo regionale per recuperare gli ex cinema, oltretutto a sostegno di una sala a 30 metri da corso Campi che potrebbe aiutare il rilancio del centro. Questione di scelte, se ne buttano di quattrini su progetti che sono solo fumo...
Marco
21 maggio 2025 13:02
Devo deluderla perché sono entrato al Politeama e ho visto solo macerie e un vuoto desolante.
Non discuto su un recupero ma a carico di chi?
E la Sovraintendenza delle Belle Arti metterà vincoli strettissimi.
Quali sarebbero i progetti anche sono solo fumo?
Antony
21 maggio 2025 09:37
Raderlo al suolo e farci parcheggi, quelli servono il teatro no.
Paolo
22 maggio 2025 13:49
Servirebbe anche un cervello che funziona, talvolta
Gino
21 maggio 2025 10:16
La domanda che, purtroppo, dobbiamo farci è: ma serve davvero un nuovo teatro? In città ce ne sono già tre importanti (Ponchielli, Filo, Monteverdi). Poi l'auditorium Giovanni Arvedi, il teatrodanza, ecc. Acquisto e ristrutturazione del politeama, probabilmente non avrebbe il ritorno economico che un privato, o comune, si aspetterebbe.
Pisone
21 maggio 2025 10:20
Perlomeno la effe all' inculo in su di violino sul manifesto sospeso denota la profondità della cultura liutaria in Cremona :-)
Michele de Crecchio
21 maggio 2025 20:55
Il Politeama Verdi di Cremona fu, credo, l'ultima (o la penultima) delle molte ed analoghe costruzioni destinate ad ospitare vari tipi di spettacolo (dalla lirica alla prosa, dal circo alla boxe ecc,) che furono realizzate, in molteplici città italiane, all'inizio del secolo scorso, da un abile specialista, l'architetto Achille Sfondrini, celebre a livello nazionale e, in particolare, anche detentore del brevetto che tutelava la realizzazione della particolare struttura portante in acciaio che ne reggeva la enorme cupola, allora saggiamente ricoperta in piombo (e non in rame, acusticamente assai meno efficace, come oggi appare!) Tale teatro fu, purtroppo, mortificato nelle sue pregevoli caratteristiche, sul finire dello stesso secolo, grazie ad una contestata deliberazione di Consiglio Comunale, che, cinicamente, sfruttava le facoltà di deroga alla norme di Piano Regolatore, allora concesse da una singolare leggina regionale. Fu quello, ritengo, il più grave e, spero anche l'ultimo, episodio di malcostume culturale ed amministrativo verificatosi nella più recente gestione urbanistica del centro storico della nostra città, che (pochi credo se lo ricordino) è, subito dopo Milano, il più ampio tra quelli dell'intera Lombardia!
Sandra piccioni
22 maggio 2025 10:31
Di concreto i cremonesi cosa possono fare se non vengono bombardati da un’iniziativa di solidarietà tradotta in richiesta di denaro?
Oltre che compiangere la situazione non mi sembra che sia sorta un’organizzazione per sensibilizzare i cremonesi a dare, secondo le proprie possibilità, un contributo per realizzare un progetto fattibile di valorizzazione del teatro Politeama.