26 maggio 2025

Un capriolo vicino alle prime case del Boschetto: il parere di appassionati ed esperti

Un capriolo è stato avvistato in località Boschetto, a pochi metri dall'abitato. È stata un'apparizione inattesa, carica di suggestione. L’incontro è avvenuto verso sera, nei campi che costeggiano via Ossalengo, la strada su cui sorgono le prime case del quartiere e che corre parallela all’arteria principale. Si è trattato di un avvenimento sotto molti aspetti fiabesco, capace di riattivare la parte bambina di chi ha avuto la fortuna di trovarsi a tu per tu con l’animale, che, curioso e diffidente, si è ritirato quasi subito, fermandosi di tanto in tanto, per osservare chi, immobile, avrebbe desiderato compiere un incantesimo, per estendere il tempo all’infinito. Per lo spettatore, è stato sicuramente un fatto emozionante, magico, in cui il silenzio ha comunicato più e meglio di mille parole. Gli appassionati ed i veri e propri esperti, invece, smorzano gli entusiasmi: per loro, non v’è nulla di cui meravigliarsi. Paolo Panni, giornalista e fotografo – noto come “Eremita del Po”, un soprannome che parla da solo - non si stupisce: “In effetti, questi cervidi sono ormai giunti in pianura. Vicino al Grande fiume, ne ho intercettati parecchi sia sulla riva emiliana che sul versante lombardo. Ci sono pure cinghiali, lupi, istrici ed è comparso lo sciacallo dorato. La fauna locale è mutata e si è arricchita rispetto al passato: secondo me, è un bene”. Nel discorso, si inserisce Sergio Mantovani, docente di Geografia alle superiori, pubblicista, studioso di mammiferi e di uccelli. Mantovani fornisce la spiegazione scientifica dell’evento: “Le fotografie sembrano mostrare un subadulto di sesso maschile: lo si deduce dai palchi, di cui le femmine sono sprovviste. Gli adulti non sono grossi, arrivano a pesare mediamente venticinque, trenta chili ed un occhio inesperto può dunque scambiarli per cuccioli. La presenza di tali ungulati selvatici in provincia non è sorprendente, sebbene, al di fuori della golena, essi non siano particolarmente diffusi. Sono infatti estremamente elusivi e guardinghi. Nei mesi primaverili, tra Aprile e Maggio, in cui avviene la dispersione dei maschi, capita di osservarli in aree per loro insolite. La specie è territoriale ed inizia a difendere il territorio appunto nel periodo che precede la formazione della coppia, mentre, in autunno ed in inverno, vive in branco. Ad essere allontanati sono gli esemplari giovani, che non possono competere con i più forti, dai quali vengono cacciati altrove. Una simile sorte non riguarda i piccoli, che restano con le madri. Gli individui espulsi si mettono alla ricerca di un posto idoneo. Se l’area è satura, essi devono spesso accontentarsi di habitat non ottimali. È il motivo per cui, all'incirca dal duemila, sono cominciati la diaspora dagli Appennini parmensi e piacentini – caratterizzati da un intricato mosaico di boschi e di pascoli - ed il conseguente approdo in un contesto meno variegato. Successivamente, è stata la volta delle potenziali compagne, poco propense agli spostamenti. Di recente, si sono registrati sconfinamenti persino in città: uno dei più clamorosi ha interessato il Naviglio Sud di Milano”.

 

Barbara Bozzi


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