27 maggio 2025

Un ponte nella storia tra Vescovato e San Secondo Parmense: torna il Palio delle Contrade

Un ponte, nel solco della storia, e della cultura, tra Vescovato e San Secondo Parmense che si rinnova, festosamente, da 35 anni ed è pronto e andare “in scena” tra pochi giorni. Infatti, a San Secondo Parmense, da venerdì 30 maggio e lunedì 1 giugno, torna l’appuntamento con il Palio delle Contrade, attesissima manifestazione che ripropone i festeggiamenti avvenuti nel 1523, in occasione del matrimonio tra il conte Pier Maria Rossi III dè Rossi e Camilla, figlia di Giovanni Gonzaga di Vescovato e cugina del futuro duca di Mantova Federico II.

Giunto quest’anno alla sua 35esima edizione, il Palio ha visto svolgersi i primi eventi dal 23 al 25 maggio  ed entrerà nel vivo nei giorni  30, 31 maggio e 1 giugno. La manifestazione è organizzata dall’associazione Palio delle Contrade con il  patrocinio di Comune di San Secondo Parmense, Regione Emilia - Romagna, Aerrs, Lions Club Colorno La Reggia, Avis Comunale di San Secondo Parmense ed il sostegno di diversi sponsor. La spettacolare rievocazione -  che culminerà domenica 1 giugno con la Giostra dalle sei Contrade: Bureg di Minén, Castell’Aicardi, Dragonda, Grillo, Prevostura e Trinità -  riporta così per due fine settimana il borgo di San Secondo Parmense, legato al nome del potente Casato dei Rossi, nobile famiglia strettamente imparentata con i Medici e i Gonzaga, alla memoria di quei tempi fastosi e cavallereschi grazie al corteo in costume, alle strade imbandierate, alle giostre, ai banchetti, alle cene e alle cerimonie rinascimentali. Al centro dei festeggiamenti, appunto, il matrimonio del 1523 tra Camilla Gonzaga e Pier Maria, che oltre cinque secoli dopo, a suo modo, continua “a vivere” attraverso questo evento. 

Camilla Gonzaga, doveroso ricordarlo, nacque a Mantova ai primi del 1500 da Giovanni, fratello del marchese Francesco II e da Laura Bentivoglio, figlia di Giovanni signore di Bologna. Visse a Mantova fino al 1519, anno del suo trasferimento a Vescovato , che il padre aveva acquistato. Nel 1523 sposò il conte Pier Maria III de’ Rossi signore di San Secondo e fin dall’inizio svolse un ruolo fondamentale nella politica rossiana, sostituendosi sovente al marito, impegnato in battaglia, nell’attività diplomatica. Frequenti furono i suoi viaggi a Mantova, numerose le lettere inviate al cugino Federico II per richieste di aiuto contro i vari nemici (è datata 30 aprile 1527 una sua missiva per richiedere la difesa della Rocca di Berceto, attaccato dai Rossi di Corniglio). Interessante l’aiuto richiesto nel 1537 contro la minaccia farnesiana del pontefice Paolo III, che mirava ad attaccare il castello sansecondino e tempestiva la risposta del Gonzaga, che inviò un esercito a protezione dello stesso.

Il ritratto eseguito dal Parmigianino intorno al 1538 – 39 ci trasmette un’immagine di donna dolce, attorniata da tre suoi bambini (fra cui l’erede Troilo II), ma allo stesso tempo decisa, forte anche solo con la semplicità di un gesto. Ed è per queste sue qualità che si faceva apprezzare presso la duchessa Caterina d’Asburgo moglie di Francesco III Gonzaga e Margherita d’Austria, moglie del duca di Parma Ottavio Farnese. Nel 1559 infatti accompagnò la duchessa nelle Fiandre come dama di compagnia e passò successivamente al servizio di Isabella del Portogallo, moglie del grande condottiero Alessandro Farnese, cercando di aiutare il figlio Troilo nella conduzione alquanto difficile dei rapporti diplomatici.

Camilla Gonzaga morì nel 1585 a San Secondo solo sei anni prima dei due figli Troilo ed Ippolito. Spesso, come ricorda lo storico sansecondino Pier Luigi Poldi Allaj, Camilla Gonzaga riparò a Casalmaggiore e a Cremona. Inoltre una sua zia, Francesca Gonzaga, sposò Galeotto Manfredi di Faenza che poi uccise.  Francesca era figlia di Giovanni II Bentivoglio, Signore di Bologna, ed il 31 maggio 1488 fu lei a dar vita ad una congiura, con l'aiuto di quattro sicari, che portò all’omicidio del marito, reo di tradimento. I due  di erano sposati nel 1482. Tornando alla figura di Camilla Gonzaga, grazie alla fondamentale collaborazione di Pier Luigi Poldi Allaj, val la pena anche ricordare una lettera del poeta e scrittore Pietro Aretino,  pubblicata per la prima volta a Venezia nel 1538 dal Marcolini quale editore del Libro I delle Lettere. Nel documento Pietro Aretino intende ringraziare il Conte di San Secondo Pier Maria III de' Rossi per un dono semplice, ma gradito quale poteva essere un paio di maniche vaghe e di calze confezionati certamente dalla Contessa Camilla Gonzaga. E poi si può trovare una confessione del letterato al Conte - segno evidente di una confidenza sincera - in merito ai guai in amore che lo attanagliano. E neppure manca, in virtù dell'antico ricordo di Giovanni delle Bande Nere, la richiesta di raccomandazione presso il più potente cugino Cosino I de' Medici.

Ecco il testo della lettera: 

 AL CONTE DI SAN SECONDO

Io ho ricevuto per mano di messer Girolamo Garimberto, mio più che fratello le calze e le maniche, vaghe come io le voleva. Veramente tutte le cose che escano da voi tengano ne la qualità loro de le bellezze del vostro animo. E credamisi pure che, ne l'età ch'io mi trovo, Amore fa di me ciò che non ardì fare in quella che già mi trovava; ma io l'ho caro, perché mentre sto nei miei trastulli non mi ricordo de la vecchiaia. Certo gli spassi dìamore sono i giardini de la vita, la quale tanto è giovane quanto di quegli si gode; e chi stesse innamorato del continuo, potria dire: "Io son visso sempre di 25 anni". Come si sia, di così nobil dono vi ringrazio, e al nome vostro debbo cotal debito; e avendo fino a qui indugiato  a farlo, ha ritardato la mano e non la volontà, bramosa di poter mostrarvi come siate sculto in mezzo de la vertù mia. Né ci son fraude ne le parole ch'io dico, anzi affezione e obligo; e così voglio e così debbo.  E aiutimi Iddio, come tengo per fermo che per me sia risuscitato l'immortal fratello de la vostra madre, poich'io sento d'esservi caro. Onde so che pigliarete la mia protezione con l'eccellenza di C osimo, del qual sete cugino, con dirle che faccia aspettare a chi comincia la servitù e non a chi la fornisce. Io cambio ormai il pelo, onde l'indugio mi è ingiuriam perché doppo i suoi dì niuno spera più. Ma se l'ha fatto l'imperadore, perché nol debbe fare chi regna col suo favore?

 Di Venezia, il 10 di maggio 1537.

Per quanto riguarda infine le giornate di festa, in onore dei conti Pier Maria III e Camilla Gonzaga in programma da venerdì a domenica, tutti i dettagli e gli eventi sono riportati al sito paliodellecontrade.com.

Eremita del Po

 

Paolo Panni


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