Lo spettacolo del mignattaio sulle rive del Po, trampoliere della specie Ibis dal piumaggio bruno scuro
Le terre di fiume, sull’una e sull’altra riva, sono in grado di regalare sempre sorprese, in ogni tempo e in ogni stagione. Occorrono silenzio assoluto, capacità di osservazione (cosa ben diversa dal guardare), rispetto totale per tutto ciò che si incontra comportandosi sempre come autentici custodi del Creato. Perché la Custodia del Creato, prima ancora che dalla scienza, dai premi Nobel, dai corsi, dalle conferenze e dai libri arriva dai comportamenti quotidiani di ognuno di noi, anche nelle cose più semplici. Non è una rarità ma è comunque notevole e insolito l’avvistamento avvenuto in questi giorni di fine primavera in terra di Po, tra le rive parmensi e cremonesi, in particolare nella zona compresa fra Zibello, Pieve d’Olmi, San Daniele Po e Roccabianca. Ha fatto infatti la sua comparsa, e non è sfuggito all’obiettivo di chi scrive queste righe, il mignattaio, un grosso uccello simile al ben più comune Ibis Sacro (e infatti fa parte della specie degli Ibis). Trampoliere di medie dimensioni, il mignattaio si contraddistingue per il particolarissimo piumaggio, bruno scuro (a distanza apparentemente nero) con riflessi metallici purpurei e verdi, questi ultimi percepibili solo a breve distanza. Tra le peculiarità di questa specie risalta altresì il lungo becco, ricurvo verso il basso, utilizzato per cacciare nell’acqua bassa piccoli pesci, anfibi, insetti e altri invertebrati, che costituiscono la parte essenziale della dieta della specie. La lunghezza è compresa tra 55 e 65 cm, l’apertura alare tra 80 e 95 cm e il peso tra 370 e 655 grammi. Abita generalmente aree pianeggianti alle latitudini medie e basse, con clima relativamente caldo. Predilige la presenza di laghi e lagune con acqua poco profonda, aree allagate, delta e estuari; può frequentare anche coltivazioni irrigate e risaie. Infatti a Zibello ha scelto un’area di golena recentemente allagata, più volte, dal Po. Durante il periodo riproduttivo è però più legato a zone umide come paludi con fitti canneti o giuncheti; spesso nidifica su alberi bassi, come salici, scegliendo alberi che crescono in acqua, ponendo il nido di solito a 5-7 metri d’altezza; in alternativa, può nidificare anche in canneti o giuncheti fitti. Si riproduce in colonie di dimensioni estremamente variabili, spesso con altri Ciconiformi o con marangoni minori. Evita invece acque profonde, a scorrimento veloce. Può compiere spostamenti giornalieri anche notevoli per raggiungere le zone di alimentazione. Il Mignattaio è presente nel Paleartico occidentale nei Paesi dell’Europa meridionale e balcanica, in Nord Africa, ed in Asia centrale sino a raggiungere il subcontinente indiano. Storicamente la specie era più diffusa anche nei Paesi occidentali (Spagna, Francia), ma nel corso del Novecento si è registrata una contrazione dell’areale verso est, centrato sui Balcani e l’Europa orientale (Albania, Bulgaria, Romania e Ucraina). In Italia è migratore regolare, nidificante raro e localizzato, svernante poco numeroso. La nidificazione del Mignattaio negli ultimi anni è nota solo per poche zone umide della Pianura Padana (compreso, di recente, il Parmense come confermato anche da Michele Mendi della Lipu di Parma), dell’Alto Adriatico e della Toscana. Ha nidificato anche in Sardegna, Puglia e Sicilia. In inverno le presenze sono relativamente più consistenti al Sud e sulle Isole. E’ ipotizzabile che lo svernamento di questa specie nel Mediterraneo possa risultare favorito dai cambiamenti climatici in atto.
Eremita del Po
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